venerdì 12 agosto 2011

Dichiarazione ONU su Hiv/Aids: i contenuti principali

Dimezzare la trasmissione per via sessuale dell’Hiv entro il 2015; dimezzare la trasmissione dell’Hiv tra le persone che si iniettano droghe; garantire che nessun bambino nascerà sieropositivo e portare a 15 milioni il numero delle persone in trattamento antiretrovirale (dai poco più di 6 milioni attuali). Il Meeting ad alto livello delle Nazioni Unite sull’Hiv/Aids che si è svolto a New York dall’8 al 10 giugno 2011 si è concluso con l’adozione di una dichiarazione politica ufficiale che impegna i Paesi membri ad azioni e finanziamenti tesi a fermare il propagarsi dell’infezione da Hiv sul pianeta.
Molte polemiche si sono sviluppate durante le negoziazioni che hanno preceduto il Meeting; la rappresentanza italiana aveva proposto di abolire la dicitura “harm reduction” (riduzione del danno) per sostituirla con “risk reduction” (riduzione del rischio), giudicata più neutra. Le associazioni hanno espresso contrarietà, rivendicando i risultati raggiunti nella prevenzione dell’infezione da Hiv tra i consumatori di droghe grazie ad interventi basati proprio sulla riduzione del danno. Per maggiori approfondimenti su questo argomenti, rimandiamo alle interviste a Giovanni Serpelloni, capo del Dipartimento politiche antidroga, e a Laura Ceccarelli, responsabile Unità Hiv di Villa Maraini, apparse sul numero di giugno di Anlaids Notizie By Mail.
La Dichiarazione finale recita, al paragrafo 59, che gli Stati membri si impegnano a “prendere in considerazione, laddove appropriato, di implementare e espandere programmi di riduzione del rischio e del danno, tenendo conto della ‘Guida tecnica WHO/UNODC/UNAIDS per Paesi che intendono mettere obiettivi per l’accesso universale alla prevenzione, trattamento e cura dell’Hiv per consumatori di droghe iniettive’ in accordo con la legislazione nazionale”.
Gli altri contenuti importanti della Dichiarazione riguardano l’accesso ai trattamenti: i 192 stati membri si sono impegnati a garantire l’accesso alla terapia farmacologica per Hiv almeno a 15 milioni di persone entro il 2015. Attualmente risultano in terapia circa 6 milioni di persone. Sono previsti anche investimenti utili a raggiungere questo scopo: i Paesi membri si sono impegnati infatti a ripianare il deficit finanziario registrato nel campo della lotta all’Aids e ammontante a circa 6 miliardi di dollari ogni anno. Ma si punta anche a trovare nuove forme di finanziamento, confermando il ruolo centrale del Fondo Globale, per il quale è previsto un lavoro che ne aumenti la affidabilità e ottimizzi gli investimenti. Devono essere rafforzati anche i sistemi sanitari e tutelati i diritti umani, per ridurre stigma, discriminazione e violenza sulle persone con Hiv.
Nel campo della prevenzione l’impegno è quello di dimezzare la trasmissione sessuale dell’Hiv e quella tra persone che fanno uso di sostanze per via endovenosa entro il 2015 e di azzerare la trasmissione da madre a figlio.
Il paragrafo 29, infine, recita: i Paesi membri “notano che molte strategie di prevenzione Hiv nazionali si focalizzano in maniera inadeguata su popolazioni che le evidenze epidemiologiche dimostrano essere a maggior rischio, specie gli uomini che fanno sesso con uomini, le persone che si iniettano droghe e chi lavora con il sesso, e inoltre notano tuttavia che ciascun Paese dovrebbe definire le popolazioni specifiche che sono chiave nella sua epidemiologia e definire risposte basate sul contesto nazionale ed epidemiologico”. È la prima volta che una Dichiarazione ufficiale sull’Hiv/Aids delle Nazioni Unite nomina i maschi che fanno sesso con maschi (MSM); il Global Forum on MSM and HIV (MSMGF) ha salutato con favore questo importante progresso.
Il testo integrale, in inglese, della Dichiarazione è disponibile sul sito www.forumhivaids.it.

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