venerdì 12 agosto 2011

Campagna Prevenzione Estate 2011 - ANLAIDS ONLUS


Dichiarazione ONU su Hiv/Aids: i contenuti principali

Dimezzare la trasmissione per via sessuale dell’Hiv entro il 2015; dimezzare la trasmissione dell’Hiv tra le persone che si iniettano droghe; garantire che nessun bambino nascerà sieropositivo e portare a 15 milioni il numero delle persone in trattamento antiretrovirale (dai poco più di 6 milioni attuali). Il Meeting ad alto livello delle Nazioni Unite sull’Hiv/Aids che si è svolto a New York dall’8 al 10 giugno 2011 si è concluso con l’adozione di una dichiarazione politica ufficiale che impegna i Paesi membri ad azioni e finanziamenti tesi a fermare il propagarsi dell’infezione da Hiv sul pianeta.
Molte polemiche si sono sviluppate durante le negoziazioni che hanno preceduto il Meeting; la rappresentanza italiana aveva proposto di abolire la dicitura “harm reduction” (riduzione del danno) per sostituirla con “risk reduction” (riduzione del rischio), giudicata più neutra. Le associazioni hanno espresso contrarietà, rivendicando i risultati raggiunti nella prevenzione dell’infezione da Hiv tra i consumatori di droghe grazie ad interventi basati proprio sulla riduzione del danno. Per maggiori approfondimenti su questo argomenti, rimandiamo alle interviste a Giovanni Serpelloni, capo del Dipartimento politiche antidroga, e a Laura Ceccarelli, responsabile Unità Hiv di Villa Maraini, apparse sul numero di giugno di Anlaids Notizie By Mail.
La Dichiarazione finale recita, al paragrafo 59, che gli Stati membri si impegnano a “prendere in considerazione, laddove appropriato, di implementare e espandere programmi di riduzione del rischio e del danno, tenendo conto della ‘Guida tecnica WHO/UNODC/UNAIDS per Paesi che intendono mettere obiettivi per l’accesso universale alla prevenzione, trattamento e cura dell’Hiv per consumatori di droghe iniettive’ in accordo con la legislazione nazionale”.
Gli altri contenuti importanti della Dichiarazione riguardano l’accesso ai trattamenti: i 192 stati membri si sono impegnati a garantire l’accesso alla terapia farmacologica per Hiv almeno a 15 milioni di persone entro il 2015. Attualmente risultano in terapia circa 6 milioni di persone. Sono previsti anche investimenti utili a raggiungere questo scopo: i Paesi membri si sono impegnati infatti a ripianare il deficit finanziario registrato nel campo della lotta all’Aids e ammontante a circa 6 miliardi di dollari ogni anno. Ma si punta anche a trovare nuove forme di finanziamento, confermando il ruolo centrale del Fondo Globale, per il quale è previsto un lavoro che ne aumenti la affidabilità e ottimizzi gli investimenti. Devono essere rafforzati anche i sistemi sanitari e tutelati i diritti umani, per ridurre stigma, discriminazione e violenza sulle persone con Hiv.
Nel campo della prevenzione l’impegno è quello di dimezzare la trasmissione sessuale dell’Hiv e quella tra persone che fanno uso di sostanze per via endovenosa entro il 2015 e di azzerare la trasmissione da madre a figlio.
Il paragrafo 29, infine, recita: i Paesi membri “notano che molte strategie di prevenzione Hiv nazionali si focalizzano in maniera inadeguata su popolazioni che le evidenze epidemiologiche dimostrano essere a maggior rischio, specie gli uomini che fanno sesso con uomini, le persone che si iniettano droghe e chi lavora con il sesso, e inoltre notano tuttavia che ciascun Paese dovrebbe definire le popolazioni specifiche che sono chiave nella sua epidemiologia e definire risposte basate sul contesto nazionale ed epidemiologico”. È la prima volta che una Dichiarazione ufficiale sull’Hiv/Aids delle Nazioni Unite nomina i maschi che fanno sesso con maschi (MSM); il Global Forum on MSM and HIV (MSMGF) ha salutato con favore questo importante progresso.
Il testo integrale, in inglese, della Dichiarazione è disponibile sul sito www.forumhivaids.it.

DICHIARAZIONE DI ROMA - HIV/AIDS – PREVENZIONE, CURA, DIRITTI, RICERCA: ORA PIU’ DI ALLORA!


In occasione dell’appuntamento mondiale della Conferenza IAS di Roma (17-20 luglio 2011) alcuni rappresentanti della società civile italiana e delle organizzazioni community-based di lotta all’Hiv/Aids si sono riuniti per confrontarsi sullo stato della ricerca e della prevenzione dell’accesso ai servizi e ai trattamenti, della lotta allo stigma e alla discriminazione in Italia, e sull’impegno del nostro paese nell’aiuto internazionale al contrasto della pandemia.
È nato così il Forum della società civile italiana sull’Hiv/Aids. Il Forum ha elaborato un documento, intitolato Dichiarazione di Roma che propone le urgenze in materia di lotta all’Hiv/Aids che i decisori politici e istituzionali dovrebbero affrontare immediatamente per contrastare il diffondersi dell’infezione e per assicurare i diritti delle persone sieropositive.
Quella che è disponibile su questo sito è la versione della dichiarazione che è stata discussa in una mailing list aperta a tutti i rappresentanti della società civile.
E’ stata presentata ufficialmente durante il convegno del 12 luglio - 1981-2011 30 ANNI DI PANDEMIA AIDS: L’INFEZIONE DA HIV È ANCORA UNA PRIORITÀ PER IL NOSTRO PAESE?, presso l’Istituto Superiore di Sanità di Roma.
Le associazioni promotrici del forum che hanno già sottoscritto il documento invitano le altre associazioni a sottoscrivere la Dichiarazione di Roma su HIV/AIDS – PREVENZIONE, CURA, DIRITTI, RICERCA: ORA PIU’ DI ALLORA! attraverso questo sito in fondo a questa pagina e mettendo nome completo e sigla della associazione entro il 15 luglio.
La dichiarazione in italiano verrà inviata alle istituzioni italiane il 18 luglio dopo l’inaugurazione di IAS2011
Verrà formalmente annunciata nella cerimonia di apertura della conferenza IAS2011
Tradotta in inglese sarà disponibile durante IAS 2011 come documento della società civile italiana.
DICHIARAZIONE DI ROMA
HIV/AIDS – PREVENZIONE, CURA, DIRITTI, RICERCA: ORA PIU’ DI ALLORA!
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…perché ora, dopo 30 anni, non esiste ancora una cura definitiva per l’infezione da HIV e la ricetta per arrestare e gestire questa epidemia deve passare da consolidate politiche di prevenzione, da un’assistenza socio-sanitaria adeguata, dalla disponibilità dei farmaci e della diagnostica per tutti, dalla difesa dei diritti e la lotta contro lo stigma in ogni contesto.
…perché ora l’ottimismo che ha accompagnato negli anni ’90 l’avvento della terapia antiretrovirale si sta ridimensionando davanti alla persistente presenza del virus in quelle cellule/siti (detti santuari), dove esso esiste e resiste alla terapia, facendo rimanere la persona pesantemente compromessa da questa sorta di “allarme continuo” del sistema immunitario (immunoattivazione) e provocando malattie cardiovascolari, neurologiche, renali, epatiche, tumorali, configurando un quadro clinico di invecchiamento precoce. Per questo oggi non possiamo definire l’infezione da HIV “curabile”. È necessario, quindi, rafforzare la ricerca scientifica sia di base, per comprendere i meccanismi, sia clinica, per gestire queste comorbosità, proprio come fu all’inizio dell’epidemia fino a che non si troverà una cura.
…perché ora, nonostante non vi sia ancora una cura, la terapia antiretrovirale si è dimostrata efficace a ridurre la progressione verso l’AIDS, la mortalità e la trasmissione del virus.
Per questo, mai come ora, l’Italia deve contribuire al raggiungimento del sesto Obiettivo di Sviluppo del Millennio sancito dalle Nazioni Unite, cheimpegna i governi a combattere l’HIV/AIDS.
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IL FORUM DELLA SOCIETÀ CIVILE ITALIANA SULL’HIV/AIDS
Riunito a Roma il 12 luglio 2011 per il convegno: ”1981- 2011: a 30 anni dalla pandemia, l’infezione da HIV è ancora una priorità per il nostro paese?”, evento affiliato alla VI Conferenza internazionale IAS su Patogenesi, Trattamento e Prevenzione HIV (Roma, 17-20 luglio 2011),
SOTTOSCRIVE LA SEGUENTE DICHIARAZIONE
PREMESSE
Cenni di epidemiologia in Italia - Il recente sistema di sorveglianza dell’infezione da HIV nel nostro paese indica che nel 2009 sono stati diagnosticati 4,5 nuovi casi di HIV positività ogni 100.000 residenti italiani e 22,2 nuovi casi di HIV positività ogni 100.000 stranieri residenti, con un’età mediana di 39 anni per i maschi e di 35 anni per le femmine. L’incidenza è maggiore al centro-nord rispetto al sud-isole. Aumentano i casi attribuibili a trasmissione sessuale (eterosessuale e omosessuale), che nel 2009 costituiscono complessivamente l’80,1% di tutte le segnalazioni. Un terzo delle persone neo-diagnosticate lo è in fase avanzata di malattia, ossia con una rilevante compromissione del sistema immunitario (numero di linfociti T CD4+ inferiore a 200 cellule/µL). In Italia sono presenti tra 143.000 e 165.000 persone HIV positive viventi, di cui più di 22.000 in AIDS. Una persona sieropositiva su quattro non sa di esserlo.
Cenni di epidemiologia nel mondo - UNAIDS (il Programma Congiunto delle Nazioni Unite sull’HIV/AIDS) stima che, alla fine del 2010, le persone viventi con l’HIV erano oltre 34 milioni nel mondo. Nel 2009 si sono registrati 2,6 milioni di nuove infezioni; l’Africa sub-sahariana rimane l’area più colpita con 1,8 milioni di casi nuovi e con una percentuale di donne più elevata rispetto agli uomini. Alla fine del 2010, più di 6 milioni di persone nei paesi a medio e basso reddito avevano accesso alla terapia antiretrovirale, mentre nel 2003 erano soltanto 400.000. Per la prima volta, nel 2009, la copertura globale dei servizi di prevenzione contro la trasmissione dell’HIV da madre a figlio ha superato la soglia del 50%.
Stabilizzazione delle infezioni non significa azzeramento! – A distanza di 30 anni dalla scoperta dell’HIV, gli investimenti per arginare l’epidemia stanno producendo i primi risultati: il tasso di nuove infezioni sta calando avviandosi alla stabilizzazione, mentre l’accesso alla terapia antiretrovirale è in aumento e si stanno compiendo passi importanti per ridurre la trasmissione del virus da madre a figlio. Tuttavia questo dato non è consolidato: per ogni persona che inizia la terapia antiretrovirale, ve ne sono due che contraggono il virus.
Sanità e Politiche Sociali dopo la riforma del Titolo V° della Costituzione: l’HIV nell’era del federalismo – Il Sistema italiano di garanzia dei diritti fondamentali di cittadinanza si basa su quanto è sancito dalla nostra Costituzione e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani ed è in forza di questi principi che il nostro Parlamento ha approvato leggi e fissato regole a tutela della dignità, dei diritti e della salute di ogni cittadino. La riforma del Titolo V° della Costituzione affida un nuovo ruolo alle Regioni e agli enti locali in materia di sanità (legislazione concorrente) e di politiche sociali. A tal proposito, esprimiamo preoccupazione rispetto alla proposta di manovra finanziaria presentata recentemente dal Governo, che prevede, ancora una volta, tagli sul welfare e sulla spesa sanitaria la quale, in Italia, è già più bassa rispetto alla media Ue e ai Paesi Ocse. Si continuano, ciecamente, a considerare la Sanità e le Politiche Sociali solo come “un costo” anziché come “un investimento” per il futuro e lo sviluppo del Paese. “Investire in salute oggi per risparmiare domani” dovrebbe essere l’atteggiamento di un governo lungimirante che, invece, nell’era del federalismo, a causa dei tagli non consente alle Regioni e agli enti locali di elaborare politiche socio-sanitarie capillari e incisive per contrastare l’epidemia, minando così il diritto di tutta la cittadinanza alla prevenzione e alla cura dell’HIV.
TESTO DELLA DICHIARAZIONE
* Chiediamo con forza, in accordo con la Dichiarazione Politica dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 10 giugno 2011 (UNGASS 2011), che la sconfitta dell’HIV divenga una priorità fino al 2015: questo implica, a livello nazionale e internazionale, una allocazione adeguata di risorse economiche e, a livello nazionale, un riassetto urgente delle politiche sanitarie e istituzionali di intervento sull’HIV/AIDS, fino ad ora deboli e inadeguate.
* Chiediamo che le strategie che saranno messe in campo siano basate su chiare a condivise evidenze scientifiche e sui diritti umani, e non su pregiudizi ideologici,che nulla hanno a che fare con l’approccio metodologico necessario ad affrontare un problema di salute pubblica.
In merito agli interventi nazionali, ci appelliamo alle istituzioni italiane centrali e locali (Regioni, Province, Comuni) e ai rispettivi decisori politici, affinché intraprendano azioni urgenti per fermare l’infezione da HIV in Italia.
Politiche di prevenzione - Chiediamo che si prenda atto della inefficacia e del carattere discontinuo e blando delle campagne pubbliche sulla prevenzione condotte negli ultimi anni in Italia e delle conseguenze che esse hanno prodotto in termini di mancato raggiungimento dell’obiettivo di azzeramento del numero delle nuove infezioni annuali. Che da questa constatazione si parta per elaborare campagne/strategie di prevenzione costanti, diversificate per gruppi di destinatari, che utilizzino linguaggi adeguati e riferimenti specifici agli strumenti di prevenzione (es.: “Profilattico”, “Test HIV”, “Terapia antiretrovirale”), avendo cura di adeguare la terminologia utilizzata alle caratteristiche del gruppo di volta in volta considerato. In particolare, chiediamo che la prevenzione dell’infezione da HIV sia da intendersi come “intervento bio-psicosociale” e debba quindi inserirsi in un contesto normativo e di intervento più ampio di lotta contro lo stigma e di tutela della persona. In particolare:
* Nel rivolgere interventi di prevenzione alla popolazione MSM (uomini che fanno sesso con uomini), riteniamo indispensabile che essi siano affiancati ad un’azione concreta di contrasto all’omofobia, individuata nell’estensione della legge Mancino, così come ad un contrasto all’omofobia e al pregiudizio nei confronti delle persone LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender) in tutti i contesti sociali (scolastico, lavorativo, ecc.).
* Nel rivolgere interventi di prevenzione ai gruppi più vulnerabili – quali persone detenute (anche negli OPG, Ospedali Psichiatrici Giudiziari), migranti, consumatori di sostanze, lavoratrici/lavoratori del sesso – riteniamo indispensabile l’utilizzo di strategie di offerta attiva del test HIV, di eliminazione delle barriere di accesso ai servizi, di riduzione del danno e dei rischi già sperimentate con esiti più che positivi in altri paesi e nella stessa Italia e chiediamo che vengano prese a livello politico decisioni che mirino a una sospensione delle misure di detenzione e/o estinzione del reato e della pena per le persone con HIV che presentano parametri clinici critici e/o debilitanti connessi alla patologia, da definirsi in apposito tavolo tecnico che veda il coinvolgimento diretto della Società Civile.
Politiche contro lo stigma e le discriminazioni – Chiediamo che si proceda – di concerto tra istituzioni competenti, mondo associativo, rappresentanze sindacali e del mondo produttivo - alla elaborazione di piani di informazione/formazione volti a rimuovere lo stigma, la discriminazione e il mobbing di cui le persone con HIV sono spesso vittime soprattutto sui luoghi di lavoro e nel settore dell’assistenza sanitaria.
Garanzia della privacy – Chiediamo che si prenda atto delle frequenti e gravi violazioni delle norme vigenti in materia di protezione della riservatezza dei dati sanitari relativi alle infezioni da HIV (legge 135/1990, D.lgs 196/2003), e che si costituiscano con urgenza tavoli di lavoro con l’obiettivo di elaborare strumenti operativi per assicurare il rispetto della normativa vigente in tutti gli ambiti in cui essa viene sistematicamente violata (strutture sanitarie e assistenziali, posti di lavoro del settore pubblico e privato, scuola e università, strutture sportive, agenzie di lavoro interinale, ecc.).
Disponibilità dei farmaci e della diagnostica - Chiediamo che si ponga rimedio alle inaccettabili disparità che la regionalizzazione sanitaria ha prodotto nella disponibilità dei farmaci e della diagnostica, mediante l’elaborazione di piani di coordinamento nazionali volti a superare tali inaccettabili condizioni di disuguaglianza tra cittadini residenti in regioni diverse. In particolare, ma non esaustivamente, chiediamo che le “Linee Guida italiane sull’utilizzo dei farmaci antiretrovirali e sulla gestione diagnostico-clinica delle persone con infezione da HIV-1” siano prese come riferimento univoco da tutte le regioni, ASL, centri di cura e assistenza delle persone con HIV del nostro paese, e chiediamo che la promozione di politiche di diagnosi alla patologia sia uniforme e gratuita sul territorio, garantendo così i diritti costituzionali della cittadinanza.
Politiche antidroga – Chiediamo che sia compiuta una verifica trasparente sull’efficacia delle attuali politiche antidroga nazionali, come ribadito dalla dichiarazione ufficiale dell’ultima conferenza mondiale sull’AIDS (XVIII IAC, 2010) denominata: “La Dichiarazione di Vienna”. Essa ha riaperto il dibattito sulle politiche antidroga attuate fino ad ora e la loro correlazione con l’HIV, ne ha sancito il fallimento, evidenziando come l’approccio repressivo contro i consumatori non favorisce l’emersione dei comportamenti a rischio, diventando piuttosto motore del propagarsi dell’infezione. Per questo chiediamo che venga rivisto l’impianto legislativo vigente (L.49/2006 – Fini/Giovanardi), che da un lato ha visto aumentare la presenza di consumatori di sostanze nelle carceri e, dall’altro, li ha spinti sempre di più nell’invisibilità rendendoli quindi, di fatto, non più raggiungibili da messaggi e strumenti di prevenzione su HIV, HCV e Malattie a Trasmissione Sessuale.
Finanziamento alla ricerca – Chiediamo che il Programma Nazionale di Ricerca sull’AIDS, istituito alla fine degli anni ’80 e di volta in volta sensibilmente ridotto nell’erogazione dei fondi, al momento cancellato dal Ministero della Salute e di fatto non sostituito con alternative concrete e mirate alla patologia, sia istituito nuovamente con continuità e con finanziamenti adeguati e/o chiediamo che si trovino forme di finanziamento specifiche sulla patologia e sostanziali per consentire ai nostri ricercatori, tra i più bravi al mondo, di proseguire la loro attività nella lotta contro l’HIV.
In merito agli interventi internazionali, ci appelliamo al Governo affinché l’Italia contribuisca efficacemente alla lotta contro l’HIV nei Paesi a risorse limitate, per il raggiungimento del sesto Obiettivo di Sviluppo del Millennio sancito dalle Nazioni Unite.
Fondo Globale per la Lotta contro l’AIDS, la Tubercolosi e la Malaria – Chiediamo che l’Italia comunichi un piano di rientro per l’esborso dei contributi per il 2009 e il 2010 – pari a 260 milioni di euro – e dei 30 milioni di dollari addizionali che il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha promesso al Vertice G8 del 2009 a L’Aquila. Chiediamo, inoltre, che l’Italia rinnovi l’impegno finanziario a favore del Fondo Globale per il triennio 2011-2013.
Destinazione di parte del PIL – Chiediamo che l’Italia si impegni concretamente per raggiungere l’obiettivo di destinare lo 0,7% del proprio PIL in Aiuto Pubblico allo Sviluppo entro il 2015. Come ribadito anche dalla recente Dichiarazione politica UNGASS 2011, se i Paesi sviluppati non incrementeranno i propri sforzi per raggiungere questa soglia, sarà impossibile raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, fra i quali il sesto, sulla lotta contro le pandemie. L’Italia, in particolare, è attualmente il maggior responsabile del deficit europeo (38%) [Fonte: Commission Staff Working Document, “EU Accountability Report on Financing for Development 2011”] per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e deve pertanto urgentemente invertire la pericolosa tendenza che ha visto precipitare il rapporto APS/PIL fino a un preoccupante 0,15% nel 2010.
HIV/AIDS e rafforzamento dei sistemi sanitari – Chiediamo che negli interventi di lotta contro l’AIDS sostenuti dal Governo italiano nei Paesi a risorse limitate, l’approccio centrato sulla malattia sia integrato da un’attenzione al rafforzamento dei sistemi sanitari nel loro complesso, così che le strutture sanitarie di base nei Paesi colpiti dalla pandemia possano essere messe in grado di gestire un pacchetto di prevenzione, trattamento, cura e supporto con un livello di efficienza adeguato agli standard internazionali.
Presenza italiana e partecipazione della Società Civile – Chiediamo la nascita di una struttura istituzionale che consenta all’Italia la partecipazione attiva e sistematica agli appuntamenti internazionali di confronto sull’HIV/AIDS e chiediamo la partecipazione paritetica a questa struttura della Società Civile del nostro paese.
E NE DÀ DIVULGAZIONE IN TUTTE LE SEDI
Roma, 12 luglio 2011

mercoledì 15 giugno 2011

New York, al via il Meeting di Alto Livello dell'Assemblea generale dell'ONU sull'Hiv/AID




Si è aperta l'8 giugno 2011 a New York il Meeting di Alto Livello dell’Assemblea Generale delle Nazione Unite, che traccerà gli indirizzi delle politiche di lotta contro Hiv/Aids che gli Stati membri dovranno adottare nei prossimi anni, e farà un bilancio sugli impegni sottoscritti dalla comunità internazionale nel 2001 e nel 2006.
Non sappiamo come sia composta la delegazione incaricata dal governo italiano. Né di quali impegni sarà portatrice. Sappiamo però che non comprende alcuna rappresentanza delle associazioni di lotta all’Aids e delle persone che vivono con l’Hiv, come invece raccomandato dalle Nazioni Unite.
Le associazioni italiane del Forum della Società Civile per l’Hiv/Aids puntano su tre obiettivi principali, e chiedono alle delegazioni di farsene portavoci: rafforzare e implementare a livello globale le strategie di riduzione del danno che si sono dimostrate altamente efficaci nel ridurre il numero di nuove infezioni tra le persone che consumano droghe; definire obiettivi precisi ed ambiziosi in tutti i campi della lotta all’Aids tra cui riduzione del numero di nuove infezioni, riduzione del numero di morti per Aids, e soprattutto allargamento dell’accesso alle terapie antiretrovirali a tutti coloro che ne hanno bisogno; impegnarsi a destinare quote di budget adeguate al raggiungimento di questi obiettivi, sia a livello internazionale con il rafforzamento del Fondo Globale per la lotta all’Aids, Tubercolosi e Malaria, sia nelle strategie nazionali e locali.
A tutt’oggi dell’Italia sappiamo solo che chiederà, su impulso del sottosegretario Carlo Giovanardi e del suo Dipartimento per le Politiche Antidroga, la cancellazione della dicitura “Riduzione del Danno” (Harm Reduction) dal documento che verrà licenziato dall’ONU.
Le associazioni italiane del Forum della Società Civile per l’Hiv/Aids, con la sottoscizione di EATG, European Aids Treatment Group, del network Aids Action Europe e di molte altre sigle della società civile europea, hanno inviato a tutti i delegati governativi internazionali all’High Level Meeting un appello a vigilare affinché tale definizione sia mantenuta.
Riduzione del Danno significa applicazione di politiche rispettose dei diritti umani, fra i quali il diritto alla salute, che abbiano fondamento nell’evidenza scientifica e non nelle ideologie repressive in cerca di facili consensi elettorali e scorciatoie falsamente economiche.
L’Italia, che è stata pioniera nell’applicazione delle politiche di riduzione del danno e più in generale nella lotta all’Aids, dovrebbe promuovere tale strategia anche nei paesi come la Russia, in cui si registrano al mondo i più alti tassi di diffusione dell’epidemia tra le persone tossicodipendenti: che vengono marginalizzate, incarcerate e escluse dall’accesso ai presidi sanitari, alle terapie sostitutive e persino ai farmaci antiretrovirali.
Accade invece che il sottosegretario Giovanardi si presenti, come accaduto ieri, accanto al russo Yuri Fedotov, direttore generale dell’UNODC – United Nations Office on Drugs and Crime per liquidare come “baggianate” prodotte da un organismo “sconosciuto” il report della Global Commission on Drug Policies che denuncia il fallimento della “War on Drugs”, la Guerra alla Droga. Quel report dimostra invece che le strategie basate sull’evidenza e sul rispetto dei diritti umani, come la riduzione del danno, sono le più efficaci per fermare le nuove infezioni, in linea con quanto già più volte affermato dall’UNAIDS, dall’OMS, dalla Commissione Europea e dallo stesso UNODC.
Nella lotta all’Aids occorre basarsi sulla scienza – e non sulle ideologie – e impegnarsi a fondo, sia economicamente sia con il coinvolgimento della società civile. Purtroppo occorre denunciare invece che l’Italia si sta rifiutando di prendere impegni seri per fermare la diffusione dell’Hiv sia a livello globale che nazionale.
L’Italia si presenta oggi alla ribalta internazionale, su un palcoscenico importante come quello dell’High Level Meeting delle Nazioni Unite, con una posizione già fortemente indebolita dai mancati versamenti al Fondo Globale per la lotta contro Aids, Tubercolosi e Malaria, strumento che si è dimostrato indispensabile nella lotta globale contro l’Hiv/Aids, e oggi anche da posizioni di retroguardia dettate da intenzioni che con la lotta all’Aids nulla hanno a che fare.


ITALIA CACCIATA FUORI DAL GLOBAL FUND



Siamo appena stati cacciati dal Global Fund (di cui eravamo co-fondatori). Il Fondo Globale è una partnership internazionale che si occupa di raccogliere e distribuire risorse per prevenire HIV, malaria e tubercolosi. L’organizzazione finanzia oltre 600 progetti in 140 paesi del mondo.
L’Italia non ha versato né i 160 milioni di dollari previsti per il 2009, né i 183 milioni per il 2010. Eppure in occasione del G8 tenutosi all’Aquila (8-10 luglio 2009), il presidente del consiglio Silvio Berlusconi assicuròIl Fondo l’ho voluto io, verseremo i soldi entro un mese“.  Queste furono le parole spese dal presidente del consiglio. Una promessa, una delle tante, puntualmente non mantenuta. Parole buttate là speculando sulla pelle, questa volta, dei diseredati del mondo. formalmente che il versamento della quota sarebbe stato effettuato in tempi rapidissimi: “
Tutte le altre nazioni hanno onorato gli impegni sottoscritti (un miliardo di dollari gli Stati Uniti, 400 milioni la Francia, 184 il Regno Unito, 57 la Russia) mentre l’Italia è l’unica, degli oltre 40 paesi donatori, a non aver ancora versato la quota del 2009. Ciò ha determinato, come da statuto, la nostra esclusione dal Consiglio di Amministrazione del Fondo Globale. Posto che sarà assegnato alla Francia.
Ottimo biglietto da visita quello dell’Italia che, dal 17 al 21 luglio prossimi, ospiterà a Roma i lavori della Conferenza Mondiale sull’AIDS.

martedì 14 giugno 2011

BAN KI-MOON: DEBELLIAMO L’AIDS ENTRO IL 2020


New York. Si è svolto a New York il meeting dell'Assemblea generale delle Nazione Unite per scegliere le politiche d'adottare nella lotta contro l'Aids che gli Stati membri dovranno adottare nei prossimi anni. Sono tre gli obiettivi principali che gli stati membri devono cercare di rispettare: rafforzare e implementare a livello globale le strategie di riduzione del danno che si sono dimostrate altamente efficaci nel ridurre il numero di nuove infezioni tra le persone che consumano droghe; definire obiettivi precisi e ambiziosi in tutti i campi della lotta all'Aids tra cui riduzione del numero di nuove infezioni, riduzione del numero di morti per Aids, e soprattutto allargamento dell'accesso alle terapie antiretrovirali; impegnarsi a destinare quote di budget adeguate al raggiungimento di questi obiettivi, sia a livello internazionale con il rafforzamento del Fondo Globale per la lotta all'Aids, Tubercolosi e Malaria, sia nelle strategie nazionali e locali.

Debellare l'Aids. Il segretario generale dell'Onu Ban ki-Moon ha espresso l'obiettivo fondamentale da raggiungere entro il 2020 <zero nuove infezioni, zero pregiudizi, zero decessi da Aids>>. Secondo le Nazioni Unite nel mondo 34 milioni di persone hanno l'Aids ma circa la metà di loro non sanno neppure di soffrirne. <>. Un vertice che si è svolto a New York con una trentina di capi di stato e di governo. Tra i tanti si sono messi in evidenza i leader africani che hanno manifestato il "disperato bisogno" di ulteriori fondi per lottare contro la malattia.

giovedì 9 giugno 2011

Dove fare il Test in Piemonte



Sono riportarti qui di seguito tutti i Centri diagnostico-clinici.
A cura del Telefono Verde AIDS-ISS in Piemonte,in cui è possibile effettuare il test gratuitamente:

Torino
 

10100 TORINO
CENTRO TRAUM. ORTOP.
Lab. Analisi Cliniche
Via Zuretti, 29
Tel. 011/6933472 fax 674517
Prelievi Lun.-Ven. 7.30-9.30

10100 TORINO
OSP. AMEDEO DI SAVOIA
CUP
C.sa Svizzera, 164
Tel. 011/4393888-7 fax dir. san. 740829
Prelievi Lun.-Ven. 8.00-9.30

10149 TORINO
OSP. AMEDEO DI SAVOIA
Clin. Univ. Mal. Inf.
C.so Svizzera, 164
Tel. 011/4393887-8 fax 4393935
Prelievi Lun.-Ven. 8.00-10.30

10149 TORINO
OSP. AMEDEO DI SAVOIA
Div. Mal. Inf.
C.so Svizzera, 164
Tel. 011/4393810-04 fax 4393810
Prelievi Lun.-Sab. 7.30-11.00

10149 TORINO
OSP. AMEDEO DI SAVOIA
Div. Mal. Inf. C
C.so Svizzera, 164
Tel. 011/4393839 acc. fax 4393942
Prelievi Lun.-Ven. 8.00-11.00

10126 TORINO
OSP. INF. REG. MARGHERITA
Centro Trasfusionale
P.zza Polonia, 94
Tel. 011/3135305-567 fax 3135589
Prelievi Lun.-Ven. 8.00-9.30

10144 TORINO
OSP. MARIA VITTORIA
Centro Trasfusionale
Via Tassoni, 46
Tel. 011/4393205 fax 4393384
Prelievi Lun.-Ven. 8.00-9.30

10128 TORINO
OSP. MAURIZIANO
Lab. Analisi Cliniche
C.so Turati, 62
Tel. 011/5080390 anche fax
Prelievi Lun.-Ven. 8.00-10.00

10126 TORINO
OSP. MOLINETTE
Centro Prelievi
C.so Bramante, 90
Tel. 011/6336104 fax 6336303
Prelievi Lun.-Ven. 7.30-10.00

10154 TORINO
OSP. GIOVANNI BOSCO
Lab. Analisi Cliniche
P.zza Donatori di Sangue, 3
Tel. 011/2402227 fax 2402373
Prelievi Lun.-Ven. 8.00-10.00

10141 TORINO
OSP. MARTINI NUOVO
Lab. Analisi Cliniche
Via Tofane, 71
Tel. 011/70951c. 7095221 fax 7709354
Prelievi Lun.-Ven. 8.00-9.30

10126 TORINO
OSP. S. ANNA
Amb. Sierologia
C.so Spezia, 60
Tel. 011/3134690 fax 3134470
Prelievi Lun.-Ven. 13.00-15.00

10123 TORINO
OSP. S. GIOVANNI VECCHIO
Lab. Analisi Cliniche
Via Cavour, 31
Tel. 011/5664121 5664032 fax 5664129
Prelievi Lun.-Ven. 8.00-9.30

10126 TORINO
OSP. MOLINETTE DERM. S. LAZZARO
Amb. MST
Via Cherasco, 21- 23
Tel. 011/6335884 fax 674034
Prelievi Lun.-Ven. 8.00-12.00

10153 TORINO
OSP. REG. MARIA ADELAIDE
Lab. Analisi Cliniche
Lungo Dora Firenze, 87
Tel. 011/6937237
Prelievi Lun.-Ven. 7.45-9.30

10122 TORINO
OSP. OFTALMICO
Lab. Analisi Cliniche
Via Juvara, 19
Tel. 011/5666095 fax 5666186
Prelievi Lun.-Ven. 8.00-9.30
___________________________________

Provincia di Torino
 

10051 AVIGLIANA
OSP. CIV. S. Agostino
Lab. Analisi
Via S. Agostino, 5
Tel. 011/9325243-236
Prelievi Lun.-Ven.- 8.15-10.00

10014 CALUSO
POLIAMBULATORIO
Punto Prelievi
Via Roma, 22
Tel. 011/9893846-12 fax 9893831
Prelievi Lun-Ven 7.30-8.30

10023 CHIERI
OSP. MAGGIORE.
Lab. Analisi
P.zza Duomo, 1
Tel. 011/94293219 94291c.
Prelievi Lun-Ven 7.45-9.30

10034 CHIVASSO
OSP. CIVILE
Lab. Analisi
C.so Galileo Ferraris, 3
Tel 011/9176263 fax 9176296
Lun-Ven 8.00-9.00

10073 CIRIE'
AZ. AUT. OSPEDALIERA
Lab. Analisi
Via Battitore, 7
Tel. 011/9217270-68-67 fax 9211372
Prelievi Lun-Sab 7.30-9.00

10093 COLLEGNO
POLIAMBULATORIO
Lab. Analisi
Via Oberdan, 10
Tel. 011/4017862-3 fax 4054561
Prelievi Lun-Sab 7.30-9.00

10094 GIAVENO
AZ. OSPEDALIERA
Lab. Analisi
Via Seminario, 45
Tel. 011/9360222 fax 9360200
Prelievi Lun-Ven 8.00-9.30

10015 IVREA
OSP. CIVILE
Centro Trasfusionale
P.zza della Credenza, 2
Tel. 0125/414289 4141c. fax 641154
Prelievi Lun - Ven 7.30-9.30

10074 LANZO
OSP. MAURIZIANO ASL6
Lab. Analisi
Via Marchese della Rocca, 30
Tel. 0123/300626 fax 300585
Prelievi Lun-Ven 7.30-10.00

10024 MONCALIERI
AZ. SAN. REG. S. CROCE
Lab. Analisi
P.zza A. Ferdinando
Tel. 011/6930214-5 fax 6930251
Prelievi Lun-Ven 7.30-9.00

10043 ORBASSANO
AZ. OSP. S. LUIGI GONZAGA
Lab. Analisi
Regione Gonzole, 10
Tel. 011/9026450 fax 9026629

10064 PINEROLO
OSP. E. AGNELLI
Centro Trasfusionale
Via Brigata Cagliari
Tel. 0121/76525 anche fax
Prelievi Lun-Ven 8.00-20.00

10063 POMARETTO
OSP. VALDESE
Via Maggiore Ribet, 2
Tel. 0121/802821 fax 82354
Prelievi Lun.-Ven. 7.00-8.30

10098 RIVOLI
OSP. DI RIVOLI
Lab. Analisi
Via Rivalta
Tel. 011/9551213-03 fax 9551204
Prelievi Lun-Ven 8.00-10.00

10036 SETTIMO
POLIAMBULATORIO
Lab. Analisi
Via Leinì, 70
Tel. 011/82121c. 8212242-1
Prelievi Lun-Ven 7.30-9.30

10059 SUSA
ASL5 DI COLLEGNO
Lab. Analisi
C.so Inghilterra,66
Tel.0122/621361 fax 629326

10078 VENARIA
ASL6 VENARIA
Lab. Analisi
P.zza Annunziata
Tel. 011/4991318
Prelievi Lun-Ven 7.30-9.00
___________________________________

Alessandria
 

15011 ACQUI TERME
OSP. CIVILE ASL 22
Lab. Chim. Clin. e Microb.
Via Fatebenefratelli, 1
Tel. 0144/777280 fax 777300
Prelievi Lun.-Ven. 7.30-9.30

15100 ALESSANDRIA
OSP. SS. ANTONIO E BIAGIO
Div. Mal. Inf.
Via Venezia, 18
Tel. 0131/206111 c. 206346
Prelievi Lun.-Ven. 7.30-9.30

15100 ALESSANDRIA
OSP. SS. ANTONIO E BIAGIO
Lab. Microb.
Via Venezia, 12
Tel. 0131/206313
Prelievi Lun.-Ven. 7.30-9.30

15033 CASALE MONFERRATO
OSP. S. SPIRITO
Div. Mal. Inf.
Viale Giolitti, 2
Tel. 0142/434111c. 434326 fax 334333
Prelievi Lun.-Ven. 7.30-12.00 (su app.)

15067 NOVI LIGURE
OSP. S. GIACOMO
Lab. Analisi
Via E. Raggio, 12
Tel. 0143/332503 fax 777290
Prelievi Lun.-Ven. 7.30-9.30

15076 OVADA
OSP. CIVILE ASL22
Lab. Analisi Cliniche
Via Ruffini, 22
Tel. 0143/826503 fax 826502
Prelievi Lun.-Ven. 8.00-9.30 Sab 8.00-9.00

15057 TORTONA
OSP. RIUNITI
Lab. Analisi Microb.
P.zza F. Cavallotti, 7
Tel. 0131/8651c. 865290
Prelievi Lun.-Ven. 8.00-10.00
___________________________________

Asti
 

14100 ASTI
OSP. CIVILE
Centro Trasfusionale
Via L. Bottallo, 4
Tel. 0141/392347 fax 0141/392377
Prelievi Lun.-Ven. 7.30-9.30

14100 ASTI
OSP. CIVILE
Div. Mal. Inf.
Via L. Bottallo,4
Tel. 0141/392274-340
Prelievi Lun-Sab 8.00-20.00

14049 NIZZA MONFERRATO
OSP. S. SPIRITO
Lab. Analisi Cliniche
P.zza Garibaldi
Tel. 0141/782237 fax 782242
Prelievi Lun.-Ven. 7.30-9.30

Biella
 

13051 BIELLA
OSP. DEGLI INFERMI
Div. Derm.
Via Caraccio,5
Tel 015/35031c. 3503555 fax 3503569
Prelievi Lun-Ven 8.00-9.00

13051 BIELLA
OSP. DEGLI INFERMI
Amb. Mal. Inf.
Via Caraccio, 5
Tel. 015/32285c.
Prelievi Lun-Ven 7.00-8.30

13836 COSSATO
AZ. SAN. REG. 12
Centro Prelievi
Via Pier Maffei, 59
Tel. 015/9899811c. 9899825
Prelievi Lun-Ven 7.00-8.30
___________________________________

Cuneo
 

12051 ALBA
AZ. OSP. S. LAZZARO
Lab. Analisi Cliniche
Via P. Belli
Tel. 0173/316330 fax 316416
Prelievi Lun.-Ven. 7.30-9.30

12073 CEVA
AZ. OSP. RIUNITI CEVA E MONDOVI'
Lab. Analisi Cliniche
Regione S. Bernardino
Tel. 0174/7231 fax 723930
Prelievi Lun.Mer e Ven. 8.00-9.30 Mar. e Gio 7.30-9.30

12073 CEVA
OSP. VECCHIO
Serv. Infermieristico Territ.
Via XX Settembre
tel. 0174/723733 fax 723702
Prelievi Mer e Ven 7.30-9.00

12100 CUNEO
AZ. OSP. VILLA S. CROCE E CARLE
Div. Unità Op. Mal. Inf.
C.so Francia, 10
Tel. 0171/441825-4-9 fax 441311
Prelievi Lun.-Ven. 8.00-9.00

12045 FOSSANO
AZ. OSPEDALIERA
Lab. Analisi Cliniche
Via Ospedale, 4
Tel. 0172/699286-7 fax 699238
Prelievi Lun.-Ven. 7.00-10.30

12084 MONDOVI'
OSP. CIVILE
Lab. Analisi Cliniche
Via Dell'Ospedale, 7
Tel. 0174/550444 fax 550448
Prelievi Lun.-Ven. 8.00-9.30

12037 SALUZZO
AZ. OSPEDALIERA
Lab. Analisi Cliniche
Via Spielberg, 53
Tel. 0175/215214 fax 215240
Prelievi Lun.-Sab. 7.30-9.30

12038 SAVIGLIANO
OPS. SS. ANNUNZIATA
Serv. Imm. e Trasfusionale
Via Ospedali, 14
Tel. 0172/719264-5-6 fax 711701
Prelievi Lun.-Ven. 8.00-10.30
___________________________________

Novara
 

28041 ARONA
OSP. SS. TRINITA' AZ. OSP. NOVARA
Lab. Analisi Cliniche
Via S. Carlo,2
Tel. 0322/5161c. 516260 fax 516230
Prelievi Lun.-Ven. 8.00-9.30

28021 BORGOMANERO
OSP. SS. TRINITA'
Lab. Analisi Cliniche
Viale Zoppis, 10
Tel. 0322/848356 fax 81466
Prelievi Lun.-Ven. 8.00-9.00

28037 DOMODOSSOLA
OSP. S. BIAGIO
Lab. Analisi
Via Mauro, 4
Tel. 0324/4911c. fax 491247
Prelievi Lun.-Ven. 8.00-9.00

28066 GALLIATE
OSP. S. ROCCO ASL 13
Lab. Analisi Cliniche
P.zza Rossari, 7
Tel. 0321/80379 491246 fax 491247
Prelievi Lun.-Ven. 8.00-9.00

28100 NOVARA
OSP. MAGGIORE DELLA CARITA'
Rep. Mal. Inf.
C.so G. Mazzini, 18
Tel. 0321/3733257 fax 373603
Prelievi Lun.-Ven. 11.00-12.00
___________________________________

VERBANIA
 

28048 VERBANIA
OSP. CIVILE ASL 14
Div. Mal. Inf.
Via Crocetta, 1
Tel. 0323/541329-49 fax 541399
Prelievi Lun.-Ven. 8.00-9.30

28048 PALLANZA
OSP. RIUNITI
Lab. Analisi
Via Crocetta
Tel. 0321/541238c. fax541224
Prelievi Lun.-Ven. 8.00-9.30
___________________________________

Vercelli
 

13011 BORGOSESIA
OSP. SS. PIETRO E PAOLO
Lab. Analisi
P.le Lora, 1
Tel. 0163/203291 fax 203213
Prelievi Lun.-Ven. 8.00-9.30

13045 GATTINARA
OSP. S. GIOVANNI BATTISTA
Lab. Analisi Cliniche
C.so Vercelli, 159
Tel. 0163/822111c. 822380 fax 826202
Prelievi Lun.-Ven. 8.00-9.30

13048 SANTHIA'
OSP. S. SALVATORE
Lab. Analisi Cliniche
Via Matteotti, 24/a
Tel. 0161/9291c. segr. 929231
Prelievi Lun.-Ven. 8.00-9.00

13019 VARALLO SESIA
OSP. SS. TRINITA'
Lab. Analisi Cliniche
Via Gippa, 3
Tel. 0163/567111 567573
Prelievi Lun.-Ven. 8.00-9.00

13100 VERCELLI
OSP. S. ANDREA
Div. Mal. Inf.
C.so M. Abbiate, 21
Tel. 0161/5931c. 593516 fax 210284
Prelievi Lun.-Ven. 8.00-9.30

martedì 7 giugno 2011

Preservativi a metà prezzo per i 14enni....le farmacie lanciano la «promozione»

 




TREVISO — Quattordici anni e la pillola del giorno dopo. Quattordici anni e i preservativi acquistati in farmacia. Soprattutto, però, quattordici anni e la prevenzione, per evitare la diffusione sempre più allarmante di malattie veneree, che ogni anno nella Marca evidenziano nuovo contagi. Per questo i farmacisti trevigiani lanciano la campagna «Fai la cosa giusta»: usare il preservativo può salvare la vita. I giovanissimi dimostrano sempre maggiore disinvoltura nel loro approccio al sesso: si è abbassata l’età del primo rapporto e della richiesta di pillole del giorno dopo al bancone, contro le gravidanze indesiderate. «L’ultimo caso - racconta Lorenzo Mina, presidente dell’ordine dei Farmacisti - è stata un’adolescente di 14 anni, accompagnata dalla madre. Le distribuiamo soprattutto nel weekend, anche a ragazze di 15 e 16 anni. Fino all’anno scorso erano almeno 17enni, ora sono sempre più giovani». La quota femminile, in particolare, si dimostra più determinata e smaliziata.
Quando si parla di malattie sessuali si pensa subito al virus Hiv. «Ci sono ogni anno 70 nuovi casi in provincia e seguiamo 750 sieropositivi, è una malattia non guaribile con alti costi sanitari e per questo la prevenzione diventa fondamentale» spiega Piergiorgio Scotton del dipartimento malattie infettive dell’Usl 9. Ma non è l’Aids la più diffusa. È in costante aumento la sifilide: «Una malattia ancora sottostimata perché non notificata, che riscontriamo prevalentemente negli stranieri - continua -. Anche la gonorrea è in aumento, soprattutto fra chi ha fatto viaggi all’estero, nell’est asiatico e negli Usa. Questi ceppi sono resistenti ai farmaci». La lista delle patologie è lunga, e alcune richiedono cure lunghe e costose. Federfarma e Farmarca hanno lanciato ieri una campagna di informazione e prevenzione alla diffusione di queste malattie sessualmente trasmissibili. L’hanno fatto con l’avvicinarsi dell’estate: «È una stagione in cui, è risaputo, aumentano la promiscuità e i rapporti sessuali - spiega Livio Patelli, neo presidente di Farmarca -. La nostra iniziativa però vuole continuare in un periodo più lungo».
Sono in arrivo volantini e locandine da appendere nelle farmacie e un prodotto venduto a costo dimezzato: una scatola da sei condoms a 3 euro, prezzo (praticamente la metà) consigliato sia nei distributori automatici che all’interno delle farmacie aderenti. «Aderire non è un obbligo né un’imposizione - continua Patelli -. Per motivi etici qualcuno può non approvare. Il nostro però vuole essere un messaggio sanitario, e ci auguriamo che arrivi al maggior numero di persone possibile». Aggiunge il presidente di Federfarma Franco Gariboldi Muschietti: «La campagna durerà ben oltre l’estate, per stimolare la richiesta e l’utilizzo. Le farmacie sono un punto di riferimento nella società e possono avere un ruolo importante nella prevenzione e nella comunicazione». Chiude Giovanni Gallo, direttore del dipartimento di prevenzione: «Con questa iniziativa possiamo rendere più facili le scelte giuste, avvicinando le buone pratiche alle fasce di popolazione con minore capacità di spesa». 

Articolo tratto da www.corriere.it e scritto da  Silvia Madiotto

Trent'anni di Aids, tra vittorie e sconfitte





Articolo tratto da www.corriere.it e scritto da Adriana Bazzi.

MILANO - Gaetan Dougas, bello e gay, si ammalò di sarcoma di Kaposi nel 1981. Steward dell'Air Canada, volava spesso fra Nord America e West Africa e consumava, all'anno, 250 rapporti sessuali, senza mai pensare al preservativo. Per tutti è il Paziente zero dell'Aids. Non si sa quando ha incontrato il virus, ma si conosce la data della sua morte: il 30 marzo del 1984. Un pugno di anni di vita, dopo la diagnosi di quel raro tumore che colpisce i vasi sanguigni e può accompagnare l'infezione da Hiv quando smette di essere sieropositività e diventa vero Aids, la sindrome da immunodeficienza acquisita, la malattia che annienta il sistema immunitario e lascia indifesi contro germi e tumori. 

La storia dell'Aids è fatta di tanti volti. Anonimi, la stragrande maggioranza: l'epidemia ha ucciso globalmente all'incirca 25 milioni di persone fino a oggi, moltissime in Africa (magari per malattie associate, come la tubercolosi), molte in Asia, troppe ancora oggi nei Paesi dell'Est europeo. E nemmeno si conoscono i nomi di quei primi cinque omosessuali di Los Angeles, colpiti da polmonite da Pneumocystis carinii (una polmonite particolarmente grave, provocata da un germe che di solito è abbastanza innocuo, ma che fa danni in persone debilitate dall'Hiv), descritti il 5 giugno del 1981, dal «Mmwr», il report settimanale dei Cdc (i Centers for Diseases Control di Atlanta): sono i cinque casi che hanno dato il via alla storia ufficiale dell'epidemia. Altri volti, invece, sono diventati familiari al mondo intero. Quelli dell'americano Robert Gallo e del francese Luc Montagnier, che si sono a lungo contesi la paternità della scoperta del virus dell'Aids e poi si sono messi d'accordo (del resto c'erano interessi commerciali in gioco, legati alla messa a punto di test diagnostici). Alla fine, però, il Nobel per la scoperta, nel 2008, è andato solo al francese (e alla sua collaboratrice Françoise Barré Sinoussi). O quello del cino-americano David Ho, meno noto degli altri due, ma che si è guadagnato la prima pagina del Time come uomo dell'anno 1996, per aver messo a punto la triplice terapia, il cocktail di farmaci che ha cambiato il destino dei malati. 
Già con l'Azt, la prima molecola utilizzata per combattere il virus, la sopravvivenza dei pazienti si stava allungando, ma è con la triterapia prima e, successivamente, con le combinazioni dei farmaci che si sono resi disponibili, (compresi quelli utilizzati per arginare le complicanze infettive) che l'infezione ha preso la strada della cronicizzazione. Nel frattempo, però, molte vittime illustri hanno pagato il loro tributo a quel virus scappato dalle scimmie delle foreste equatoriali africane, per infettare l'uomo. Come? Si dice perché alcuni operai, che lavoravano a una ferrovia in Congo, ne sono venuti in contatto mangiando carni infette. Da lì, di contagio in contagio, il virus si è diffuso in tutto il mondo.Arthur Ash, un grandissimo tennista di colore, vincitore a Wimbledon nel 1975, è morto per una trasfusione infetta. Altre celebrità colpite dal virus: Rock Hudson, star di Hollywood e gay «mascherato» fino a quando non si ammalò; Freddie Mercury, il cantante dei Queen; lo scrittore italiano Dario Bellezza. E il piccolo Nkosi che famoso non era, ma lo è diventato dopo aver commosso il mondo, parlando dall'International Aids Conference di Durban, nel 2000, e testimoniando l'enormità dell'epidemia in quel continente.
Magic Johnson, fuoriclasse del basket americano dell’Nba, invece, ce l'ha fatta e, abbandonati i campi da gioco, si è impegnato nella lotta alla malattia. È il testimonial di come il virus si può controllare grazie alle terapie e, soprattutto, grazie alla prevenzione. A tutt'oggi, dopo anni di sperimentazioni, il vaccino non esiste, nonostante gli sforzi di tutti, compresi quelli della nostra ricercatrice dell'Istituto superiore di sanità Barbara Ensoli, e la prevenzione si fa evitando i comportamenti a rischio e sensibilizzando il pubblico grazie a campagne informative. A promuoverle anche personaggi del mondo dello spettacolo e del business: da Elisabeth Taylor, che è stata fra le prime celebrità a impegnarsi attivamente, a Richard Gere, che ha scelto di aiutare l'India, fino a Bill e Melinda Gates con la loro fondazione, considerata la più grande del mondo. Oggi, globalmente, 33 milioni di persone convivono con il l’Hiv, il numero più alto mai raggiunto dall'inizio dell'epidemia, ma nel frattempo i fondi per la lotta l'Aids si stanno riducendo. Ecco perché ci si aspetta che i 30 capi di Stato, attesi alle Nazioni Unite dall'8 al 10 giugno prossimo, offrano delle risposte. Anche i politici devono metterci la loro faccia. 

HIV:QUANDO E' OPPORTUNO INIZIARE UN TRATTAMENTO. UNA RICERCA DELL'ISS

  
La terapia antiretrovirale è tanto più efficace quanto più rapido è il calo dei CD4 prima del trattamento. “È la conferma di quanto sia fondamentale monitorare il paziente osservando l’andamento temporale della conta dei CD4 prima di decidere se iniziare la terapia”. I risultati di una ricerca condotta su 2000 pazienti con data di infezione nota.

23 MAG - Quanto più veloce è il declino dei CD4 prima dell’inizio della terapia antiretrovirale combinata, tanto più veloce è il recupero da parte pazienti Hiv positivi. È questo il risultato di uno studio europeo coordinato dai ricercatori del dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie e Immunomediate dell’Istituto superiore di sanità.
La ricerca, condotta su 2000 pazienti con data di infezione nota, è stata pubblicata sulla rivista Aids.
Le linee guida finora pubblicate danno indicazioni che si basano sulla conta dei linfociti CD4. In particolare, alcune delle linee guida più recenti raccomandano l’inizio della terapia quando si verifica un decremento annuo di almeno 100 cellule per microlitro. Una raccomandazione che però finora godeva di un debole supporto scientifico.
“Il risultato è importante - afferma Maria Dorrucci, coordinatrice dello studio - perché conferma quanto sia fondamentale monitorare il paziente osservando l’andamento temporale della conta dei CD4 prima di decidere se iniziare la terapia”. Questi dati, con riferimento ai pazienti con rapido declino dei CD4, supportano le linee-guida recenti che raccomandano di iniziare la terapia anche in presenza di valori assoluti relativamente elevati (ad esempio, anche nel caso della soglia dei 500 CD4/mmc), mentre al contrario molti medici hanno la tendenza a dire ai pazienti infettati di recente “Let's wait and see” (letteralmente “osserva e attendi”), perché ritengono che sia meglio non iniziare subito un trattamento.
Tuttavia, un invito alla cautela giunge da Giovanni Rezza, direttore del MIPI: “I risultati - ha affermato Rezza - sono estremamente interessanti, ma sarebbe meglio attendere un’ulteriore conferma prima di allargare ulteriormente i criteri di ingresso precoce in trattamento”.
Il nuovo dato può rappresentare un passo significativo nella soluzione di quello che spesso è ancora un dilemma nella pratica clinica, cioè l’individuazione di quale sia il momento più opportuno per iniziare la terapia antiretrovirale combinata denominata cART (Combined Antiretroviral Treatment) nei pazienti Hiv positivi, specie se asintomatici.

Fonte:Quotidianosanità.it

COL PRESERVATIVO IN TASCA RISCHI L’ARRESTO




Sta per essere promulgata una legge in America che potrebbe salvare la vita, la sicurezza e la professione dei “sex workers” degli Stati Uniti che sono sotto la pressione delle forze dell’ordine. Vengono arrestati, per un nonnulla: ovvero perchè portano addosso dei preservativi, che la polizia americana usa per inchiodarli ed accusarli di reati. Proprio così: se hai un preservativo in tasca, ti possono accusare di prostituzione ed arrestare. E per questo il legislatore dello stato di New York hanno tutta l’intenzione di precisare per legge che una tale distorsione giuridica debba essere evitata.
SEX WORKERS – Il provvedimento è ora in attesa di approvazione definitiva.
 La città di New York ha iniziato a distribuire preservativi agli uomini in maniera gratuita nel 1971 per prevenire il dilagare di malattie sessualmente trasmissibili. Oggi, questi preservativi vengono usati come prove negli arresti per prostituzione. Lo scorso Gennaio, una legge che proibirebbe alle forze di polizia di utilizzare i condom come prova della prostituzione sarà introdotto nel Parlamento di Albany. La legge contro i preservativi come prova, sponsorizzata dal senatore Velmanette Montgomery, è stata reintrodotta ogni anno dal 1999 ma deve ancora essere promulgata. Lo scorso 24 marzo la commissione del Senato l’ha approvata ed inviata alla commissione giudiziaria.
 Agenti sotto copertura pattugliano a tappeto le strade per individuare le persone che si prostituiscono. Basta un preservativo in tasca e si può essere arrestati. Secondo le notizie che arrivano dalla grande metropoli americana, si tratta di un clima da autentico terrorismo.
Moltissimi sex workers affermano di essere spaventati nel portarsi dietro i preservativi per il comportamento della polizia, ma in ogni caso molti affrontano la possibilità di essere arrestati perchè non vogliono mettersi a rischio di contrarre l’AIDS. Di frequente raccontano che le loro borse sono state scaricate sul marciapiede e i preservativi confiscati dalla polizia. I verbali spesso includono i condom come le prove della prostituzione o del vagabondaggio finalizzato alla prostituzione.
 Secondo le associazioni che in tutta NYC distribuiscono i condom gratuitamente, si tratta di una vera e propria “criminalizzazione”.

Di Tommaso Caldarelli da www.giornalettismo.com - del 01/06/2011

Giochi online e quiz sul sesso e sul'Aids




Il programma AVERT sostiene e realizza partnership con organizzazioni locali che lavorano direttamente per l'eliminazione della diffusione dell'HIV e dell' AIDS, e per migliorare le cure, i trattamenti e il sostegno delle alle persone infettate  o affetti da HIV / AIDS. I progetti attuali di AVERT  sono in corso in Africa meridionale, soprattutto nelle zone dove ci sono elevati casi di HIV.

AVERT fornisce inoltre una vasta gamma di informazioni per educare la gente sull' HIV / AIDS in tutto il mondo.  AVERT ha un sito di grande successo: www.avert.org, il più popolare sito web del mondo sull' HIV e sull'AIDS; ha oltre 200 pagine che descrivono tutti gli aspetti dell'HIV e dell' AIDS, oltre ad avere aree specifiche per i giovani,quiz interattivi(http://www.avert.org/quizzes.htm), una vasta galleria fotografica , e video e soprattutto giochi online informativi.

I Giochi sono sull'educazione sessuale, sull'utilizzo del condom, sulla gravidanza e sull'HIV/AIDS; potete trovare i giochi cliccando il link seguente: http://www.avert.org/games.htm

lunedì 6 giugno 2011

Join (RED)




Join (RED) è una semplice idea che trasforma la nostra passione per lo shopping in una forza finanziaria che aiuta le persone colpite da HIV in Africa. Ad oggi, più di 170 milioni dollari sono stati raccolti e oltre 7,5 milioni di persone sono state aiutate attraverso il programma del Fondo Globale che (RED) supporta. Quando si sceglie di acquistare i prodotti delle aziende partner di (RED), più del 50% del profitto viene donato in beneficienza all'associazione (RED) per la lotta contro l'AIDS. I grandi marchi che collaborano con (RED) e mettono a disposizione i loro prodotti per la cause sono: American express, Apple, Bugaboo, Converse, Dell, Emporio Armani, Gap, Hallmark, Nike, Penguin e Starbucks. Tutti i prodotti sono acquistabili sul sito: http://www.joinred.com/red/#shopred

Inoltre, (RED) coinvolge anche celebrità della musica, del cinema, dello sport unendoli tutti per una sola causa: cercare di avere nel 2015 la prima generazione senza AIDS.