mercoledì 11 luglio 2012

Difesa, chiesto test per Hiv nei bandi Lila: "E' una grave discriminazione"

Difesa, chiesto test per Hiv nei bandi
Lila: "E' una grave discriminazione"

La denuncia della Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids. La richiesta anche per accedere alle scuole militari o all'Arma dei Carabinieri. L'Associazione Radicale Certi Diritti ha reso noto di aver inviato un esposto all'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali

di VALERIA PINI


ROMA - Niente divisa per chi si è ammalato di Hiv. Questo anche se si decide di presentarsi per suonare nella banda musicale dell'Arma dei Carabinieri. Ormai tutti i bandi  del ministero della Difesa chiedono ai candidati di presentare un test Hiv negativo, pena l'esclusione. La denuncia della Lega italiana per la lotta contro l'Aids (Lila) parla di "una grave forma di discriminazione nei confronti delle persone con l'Hiv". "Tutti i bandi del ministero della Difesa chiedono esplicitamente ai candidati di presentare un test Hiv negativo pena l'esclusione. Sia che si tratti di suonare nella Banda dell'Arma dei Carabinieri, sia si tratti di tirare con l'arco in un centro agonistico della Marina Militare", si legge in un un comunicato l'Associazione radicale certi diritti.

Niente gravidanza per le candidate. Chi si presenta per un concorso deve sottoporsi a una serie di controlli medici. Oltre al test dell'Hiv, serve quello per l'epatite B e C, un esame radiografico del torace e un'ecografia pelvica. E in alcuni, come nel concorso per accedere al corso per allievi marescialli dell'Arma dei Carabinieri, casi alle allieve si richiede un test di gravidanza, condizione considerata "un temporaneo impedimento" a prestare servizio. Insomma per le aspiranti donne in divisa, conviene prima partorire e solo in seguito ripresentarsi all'esame.

L'esposto all'Ufficio antidiscriminazioni. L'Associazione radicale certi diritti ha inviato un esposto all'Unar (L'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) e all'Oscad (l'Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori) segnalando "questa evidentissima forma di discriminazione nei confronti delle persone con Hiv". Tra i bandi sotto accusa e segnalati dalla Lila c'è anche quello che riguarda i 248 posti disponibili per l'accesso ai licei annessi alle Scuole militari. Lila accusa il ministero della Difesa di aver sempre opposto "ragioni che vanno contro il buonsenso, con l'evidenza scientifica e soprattutto con la legge". Secondo l'Associazione radicale certi diritti tutto avviene "in violazione della Legge 135/1990 e di altre norme sul mondo del lavoro, comprese quelle dell'Onu che escludono la possibilità di richiedere il test dell'Hiv ai lavoratori e aspiranti tali".

Porte chiuse  anche per suonare l'ottavino. Il test Hiv "viene richiesto anche ai sedicenni" e gli esempi "sono moltissimi: una persona con l'Hiv non è ammessa. Neanche se in salute, oltre che in ottima forma", spiegano i responsabili di Lila - . Vale per tutti e per tutte le mansioni, compreso suonare l'ottavino in una formazione musicale stabile o nuotare a rana". L'associazione è intervenuta dopo aver ricevuto "segnalazioni di persone che sono in salute e in ottima forma, come sono oggi le persone che vivono con l'hiv. Consapevoli non solo del proprio stato ma anche dei propri diritti, primo fra tutti quello alla non discriminazione.

"Nel silenzio anche di questo governo - conclude Lila -  da mesi è stata depositata in parlamento un'interrogazione a firma radicale che chiede conto della richiesta del test Hiv nei bandi di assunzione e che finora non ha ricevuto alcuna risposta dal ministro Giampaolo di Paola".

I 700 mila dubbi degli italiani su Hiv e Aids Il bilancio di «Telefono verde Iss» dopo 25 anni di attività Chiamano soprattutto uomini fra i 30 e i 39 anni

Rischio di contrarre il virus Hiv se mi punge una zanzara? Posso contagiarmi in piscina o in palestra? Domande che i più giovani ancora rivolgono agli esperti che rispondono al Telefono Verde Aids e IST 800 86106) dell’Istituto Superiore di Sanità, istituito nel 1987 e cofinanziato dal Ministero della Salute. Secondo un recente rapporto sui 25 anni di attività del servizio, anonimo e gratuito, di consulenza telefonica su Aids e Infezioni Sessualmente Trasmesse, più della metà dei circa 700 mila utenti ha chiesto informazioni su come si trasmette il virus e sul test per verificare l'eventuale contagio in seguito a un comportamento a rischio.
Nella maggior parte dei casi sono giovani uomini a chiamare e, nel 2011, le loro telefonate sono state ancora in aumento. È andato invece diminuendo in modo significativo, dall'87 a oggi, il numero di donne che si rivolgono al Telefono verde: probabilmente si affidano ad altri canali. «A chiedere consulenza ai nostri esperti sono soprattutto eterosessuali non tossicodipendenti e coloro che, pur non avendo avuto comportamenti a rischio, temono di essersi esposti al contagio, probabilmente per un'errata informazione o una distorta percezione sulle modalità di trasmissione dell'infezione» spiega Anna Maria Luzi, responsabile dell'Unità operativa Ricerca, comunicazione, formazione dell'Istituto Superiore di Sanità, cui fa capo il servizio. «Se nel 1987 si parlava in particolare a omosessuali e tossicodipendenti, oggi è ormai palese che non esistono gruppi a rischio, ma comportamenti a rischio — sottolinea Luzi —. I tossicodipendenti, poi, hanno altri canali d'informazione, come i Sert; inoltre, fanno meno uso di droga iniettiva, per cui si è ridotto il rischio di infezioni attraverso lo scambio di siringhe».
Ma è soprattutto la disinformazione dei ragazzi a preoccupare. «Avere corrette informazioni sulla prevenzione è ancora più importante nel periodo delle vacanze, quando possono aumentare i comportamenti a rischio — continua l’esperta —. Per esempio, non tutti sanno che il preservativo va usato anche per un solo rapporto sessuale dall'inizio alla fine». Giovanissimi poco informati e quindi più a rischio di contagio? «Il numero di nuove infezioni è costante e non bisogna abbassare la guardia — commenta Gianni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie infettive, parassitarie ed immunomediate dell'Istituto Superiore di Sanità — . Oggi le conoscenze di base sono diminuite anche perché sono in calo le campagne di prevenzione e informazione. Inoltre, grazie ai farmaci che tengono sotto controllo l'infezione, è sempre più raro veder morire di Aids un amico, per cui scompare o si attenua la paura che di solito fa aumentare la soglia di attenzione». Da giugno 2010 gli esperti del Telefono verde, che rispondono oltre che in italiano, anche in inglese, francese e portoghese, svolgono counselling telefonico sulle altre infezioni sessualmente trasmesse, come, per esempio, sifilide o gonorrea. A usufruire del servizio telefonico, sempre in anonimato, sono soprattutto uomini (91,6%); la fascia di età più rappresentata tra le persone che contattano il servizio è quella tra i 30 e i 39 anni (41,8%). Circa il 60% di chi si è rivolto agli esperti del Telefono verde ha chiesto informazioni sulle modalità di trasmissione delle infezioni sessuali. Quasi un utente su cinque ha chiamato per sapere quando e se effettuare esami diagnostici e visite specialistiche, a quali strutture pubbliche rivolgersi, con quali modalità di accesso (per esempio, se occorre l'impegnativa del medico di famiglia o bisogna pagare ticket). Tra gli altri quesiti posti: come prevenire le malattie a trasmissione sessuale (4,8%), se e quali sintomi possono presentare (4,9%). «Questi dati suggeriscono la necessità di interventi di prevenzione mirati a fasce di popolazione giovanile», conclude Luzi.

Fonte: http://www.corriere.it/salute/12_luglio_01/aids-hiv-differrenze-dubbi-italiani_40567952-c1cb-11e1-8b65-125b10ae7983.shtmlMaria Giovanna Faiella1 luglio 2012 | 10:18© RIPRODUZIONE RISERVATA

Aids: si' Fda a test Hiv da fare in casa

(ANSA) - ROMA, 4 LUG - Negli Usa da ottobre sara' possibile fare il test dell'Hiv a casa propria, dopo l'approvazione da parte dell'Fda di un kit simile a quello per la gravidanza.

L'approvazione e' arrivata dopo decenni di controversie, riferisce il New York Times, secondo gli esperti potrebbe contribuire a far emergere il gran numero di malati che non sanno di avere il virus. Il test OraQuick si effettua passando un tampone nella bocca e immergendolo poi in una soluzione che da' la risposta in 40 minuti.


http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/scienza/2012/07/04/Aids-Fda-test-Hiv-fare-casa_7139362.html