Rischio di contrarre il virus Hiv se mi punge una zanzara? Posso contagiarmi
in piscina o in palestra? Domande che i più giovani ancora rivolgono
agli esperti che rispondono al Telefono Verde Aids e IST 800 86106)
dell’Istituto Superiore di Sanità, istituito nel 1987 e cofinanziato
dal Ministero della Salute. Secondo un recente rapporto sui 25 anni di
attività del servizio, anonimo e gratuito, di consulenza telefonica su
Aids e Infezioni Sessualmente Trasmesse, più della metà dei circa 700
mila utenti ha chiesto informazioni su come si trasmette il virus e sul
test per verificare l'eventuale contagio in seguito a un comportamento a
rischio.
Nella maggior parte dei casi sono giovani uomini a chiamare
e, nel 2011, le loro telefonate sono state ancora in aumento. È andato
invece diminuendo in modo significativo, dall'87 a oggi, il numero di
donne che si rivolgono al Telefono verde: probabilmente si affidano ad
altri canali. «A chiedere consulenza ai nostri esperti sono soprattutto
eterosessuali non tossicodipendenti e coloro che, pur non avendo avuto
comportamenti a rischio, temono di essersi esposti al contagio,
probabilmente per un'errata informazione o una distorta percezione sulle
modalità di trasmissione dell'infezione» spiega Anna Maria Luzi,
responsabile dell'Unità operativa Ricerca, comunicazione, formazione
dell'Istituto Superiore di Sanità, cui fa capo il servizio. «Se nel 1987
si parlava in particolare a omosessuali e tossicodipendenti, oggi è
ormai palese che non esistono gruppi a rischio, ma comportamenti a
rischio — sottolinea Luzi —. I tossicodipendenti, poi, hanno altri
canali d'informazione, come i Sert; inoltre, fanno meno uso di droga
iniettiva, per cui si è ridotto il rischio di infezioni attraverso lo
scambio di siringhe».
Ma è soprattutto la disinformazione dei ragazzi
a preoccupare. «Avere corrette informazioni sulla prevenzione è ancora
più importante nel periodo delle vacanze, quando possono aumentare i
comportamenti a rischio — continua l’esperta —. Per esempio, non tutti
sanno che il preservativo va usato anche per un solo rapporto sessuale
dall'inizio alla fine». Giovanissimi poco informati e quindi più a
rischio di contagio? «Il numero di nuove infezioni è costante e non
bisogna abbassare la guardia — commenta Gianni Rezza, direttore del
Dipartimento Malattie infettive, parassitarie ed immunomediate
dell'Istituto Superiore di Sanità — . Oggi le conoscenze di base sono
diminuite anche perché sono in calo le campagne di prevenzione e
informazione. Inoltre, grazie ai farmaci che tengono sotto controllo
l'infezione, è sempre più raro veder morire di Aids un amico, per cui
scompare o si attenua la paura che di solito fa aumentare la soglia di
attenzione». Da giugno 2010 gli esperti del Telefono verde, che
rispondono oltre che in italiano, anche in inglese, francese e
portoghese, svolgono counselling telefonico sulle altre infezioni
sessualmente trasmesse, come, per esempio, sifilide o gonorrea. A
usufruire del servizio telefonico, sempre in anonimato, sono soprattutto
uomini (91,6%); la fascia di età più rappresentata tra le persone che
contattano il servizio è quella tra i 30 e i 39 anni (41,8%). Circa il
60% di chi si è rivolto agli esperti del Telefono verde ha chiesto
informazioni sulle modalità di trasmissione delle infezioni sessuali.
Quasi un utente su cinque ha chiamato per sapere quando e se effettuare
esami diagnostici e visite specialistiche, a quali strutture pubbliche
rivolgersi, con quali modalità di accesso (per esempio, se occorre
l'impegnativa del medico di famiglia o bisogna pagare ticket). Tra gli
altri quesiti posti: come prevenire le malattie a trasmissione sessuale
(4,8%), se e quali sintomi possono presentare (4,9%). «Questi dati
suggeriscono la necessità di interventi di prevenzione mirati a fasce di
popolazione giovanile», conclude Luzi.
Fonte: http://www.corriere.it/salute/12_luglio_01/aids-hiv-differrenze-dubbi-italiani_40567952-c1cb-11e1-8b65-125b10ae7983.shtml1 luglio 2012 | 10:18© RIPRODUZIONE RISERVATA
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