Difesa, chiesto test per Hiv nei bandi
Lila: "E' una grave discriminazione"
La denuncia della Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids. La richiesta anche per accedere alle scuole militari o all'Arma dei Carabinieri. L'Associazione Radicale Certi Diritti ha reso noto di aver inviato un esposto all'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali
di VALERIA PINIROMA - Niente divisa per chi si è ammalato di Hiv. Questo anche se si decide di presentarsi per suonare nella banda musicale dell'Arma dei Carabinieri. Ormai tutti i bandi del ministero della Difesa chiedono ai candidati di presentare un test Hiv negativo, pena l'esclusione. La denuncia della Lega italiana per la lotta contro l'Aids (Lila) parla di "una grave forma di discriminazione nei confronti delle persone con l'Hiv". "Tutti i bandi del ministero della Difesa chiedono esplicitamente ai candidati di presentare un test Hiv negativo pena l'esclusione. Sia che si tratti di suonare nella Banda dell'Arma dei Carabinieri, sia si tratti di tirare con l'arco in un centro agonistico della Marina Militare", si legge in un un comunicato l'Associazione radicale certi diritti.
Niente gravidanza per le candidate. Chi si presenta per un concorso deve sottoporsi a una serie di controlli medici. Oltre al test dell'Hiv, serve quello per l'epatite B e C, un esame radiografico del torace e un'ecografia pelvica. E in alcuni, come nel concorso per accedere al corso per allievi marescialli dell'Arma dei Carabinieri, casi alle allieve si richiede un test di gravidanza, condizione considerata "un temporaneo impedimento" a prestare servizio. Insomma per le aspiranti donne in divisa, conviene prima partorire e solo in seguito ripresentarsi all'esame.
L'esposto all'Ufficio antidiscriminazioni. L'Associazione radicale certi diritti ha inviato un esposto all'Unar (L'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) e all'Oscad (l'Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori) segnalando "questa evidentissima forma di discriminazione nei confronti delle persone con Hiv". Tra i bandi sotto accusa e segnalati dalla Lila c'è anche quello che riguarda i 248 posti disponibili per l'accesso ai licei annessi alle Scuole militari. Lila accusa il ministero della Difesa di aver sempre opposto "ragioni che vanno contro il buonsenso, con l'evidenza scientifica e soprattutto con la legge". Secondo l'Associazione radicale certi diritti tutto avviene "in violazione della Legge 135/1990 e di altre norme sul mondo del lavoro, comprese quelle dell'Onu che escludono la possibilità di richiedere il test dell'Hiv ai lavoratori e aspiranti tali".
Porte chiuse anche per suonare l'ottavino. Il test Hiv "viene richiesto anche ai sedicenni" e gli esempi "sono moltissimi: una persona con l'Hiv non è ammessa. Neanche se in salute, oltre che in ottima forma", spiegano i responsabili di Lila - . Vale per tutti e per tutte le mansioni, compreso suonare l'ottavino in una formazione musicale stabile o nuotare a rana". L'associazione è intervenuta dopo aver ricevuto "segnalazioni di persone che sono in salute e in ottima forma, come sono oggi le persone che vivono con l'hiv. Consapevoli non solo del proprio stato ma anche dei propri diritti, primo fra tutti quello alla non discriminazione.
"Nel silenzio anche di questo governo - conclude Lila - da mesi è stata depositata in parlamento un'interrogazione a firma radicale che chiede conto della richiesta del test Hiv nei bandi di assunzione e che finora non ha ricevuto alcuna risposta dal ministro Giampaolo di Paola".